Manoscritto composito organizzato di 15 fascicoli legati, vergati da più mani in corsivo, cartaceo, membranacea soltanto la prima carta. I documenti sono stati trascritti nelle carte del corpus originario tra il 1561, anno riportato nella carta IIIr, e il 31 gennaio 1659, data del testo copiato a 227r.
Queste carte numerate presentano al centro una filigrana raffigurante una “sirena bicaudata”, riconducibile a quelle utilizzate dalle cartiere di area genovese nella metà del XVI secolo, censite in Charles M. Briquet, Les Filigranes, Paris, 1907, IV, p. 685 (n. 13877-13878).
Dei 38 documenti originali rilegati nel ms. i più antichi, risalenti alla prima metà del Cinquecento, sono dei testi fascicolati e cuciti tra le carte 224 e 225, la cui carta presenta la medesima filigrana: una mano con dita aperte sormontata da un fiore a cinque petali, utilizzata dalle cartiere della Liguria e del Piemonte tra il 1499-1515, censita in C.M. Briquet, Les Filigranes, III, p. 552 (n. 10718). Nell’ultimo documento raccolto si legge la data del 12 ottobre 1781 (234Gr-Hv).
Di seguito la numerazione delle carte, tra parentesi quadre sono indicate quelle non numerate:
[I-III], 1-38, [14], 39-178, [2], 179-183, [1], 184-186, [2], 187, [2], 188-191, [1], 192-194, [1], 195, [3], 196, [2], 197-200, [1], 201-202, [1], 203, [2], 204-214, [1], 215-224, [20], 225-234 [i.e. 235], [8] carte.
La misura media, rilevata a carta 50, delle carte numerate è di 350×247 mm; hanno una dimensione diversa le carte 192 (309×214 mm), 193-194 (300×215 mm), 226Ar-Bv (314×216 mm), le quali, anche se non appartenenti al corpus originario, come si può dedurre dalla fattura della carta, ne seguono la numerazione. La misura delle carte non numerate viene indicata nella descrizione interna.Formato in folio, la filigrana è al centro e i filoni sono paralleli al lato lungo delle carte.
Legatura di restauro rigida con coperta in piena pelle (365×263 mm), realizzata dal laboratorio l’Officina della memoria di Palermo nel 2019; carte di guardia costituite da un duerno anteriore e uno posteriore, aggiunti in fase di restauro, con controguardie incollate appieno. L’esemplare si presenta in ottimo stato di conservazione.
Si conserva anche la coperta coeva in marocchino (360×260 mm) con decorazioni a secco (graticci e piccoli fiori), alla quale si deve l’appellativo di Libro Rosso, con assi in cartone e controguardie in pergamena; sono evidenti sui piatti 4 fori in cui passavano dei legacci o erano fissati dei fermagli, presenta 3 fasce di rinforzo con trecce in pergamena e nel dorso dei fori di ancoraggio diretto del corpo delle carte alla coperta. Sulla controguardia anteriore si leggono due annotazioni manoscritte: Verbo dogane vide fogl. 27, fogl. …, fogl. 168, fogl. 208. / Vede f. 80 che li citadini possano occupare gli uffici … regno. Dato in Catania dal Re Martino nel 406.
©Orazio Giubrone